I Cavalieri di San Giovanni tra Camarda, Montescaglioso e Civitas S. Trinitaris (Metaponto).
L’ordine Ospitaliero di San Giovanni (o meglio noto come Ordine di San Giovanni) è uno dei più antichi ordini cavallereschi ancora esistenti, chiamato oggi ordine di Malta.
Fu fondato da alcuni mercanti dell’antica Repubblica Marinara di Amalfi intorno all’anno mille d.C., con lo scopo di costruire una chiesa (dedicata a San Giovanni Battista) e un ospedale a Gerusalemme per assistere i pellegrini che giungevano in Terra Santa.
Diventati monaci, cercarono di difendere la Terra Santa fino alla disfatta di San Giovanni d’Acri, dove furono costretti a fuggire a Cipro.
Inseguito alla disfatta, la zona maggiormente interessata alla presenza dell’ordine è senza dubbio la Basilicata; uno dei primi documenti che attesterebbe la loro presenza risalirebbe al 1119 d.C. e riguarderebbe proprio la nostra terra d’origine e di studio: l’area tra Camarda, Montescaglioso e Metaponto, chiamata nel XII secolo d.C. ‘Civitas S. Trinitaris’.
Tale documento riguarderebbe una richiesta da parte di frater Ugo (preceptor dell’Ospedale e incaricato a percepire denaro dall’ Ordine) a Emma d’Altavilla, moglie di Rodolfo Maccabeo, conte di Montescaglioso e figlia del normanno Ruggiero I di Sicilia; in questa lettera troviamo il sigillo ‘prioris et conventus sacre domus hospitalis’ che confermerebbe la loro presenza nella terra di Avenella e la donazione della contessa di alcuni beni provenienti dalla gestione della Civitas S. Trinitatis (Metaponto).
Tra il XIII e XIV secolo troviamo la loro presenza nel vicino feudo di Grassano e le varie notizie relative alla Commenda Gersolomitana.
Il segno del passaggio di questi cavalieri è presente anche nell’ antica Abbazia della Santissima Trinità di Venosa dove vi è custodito questo bellissimo affresco.
Bibliografia:
La Civiltà Cattolica, Volume III
Giuseppe Manara, Storia dell'ordine di Malta ne' suoi gran maestri e cavalieri
Gioia Bertelli, I Congresso Nazionale di Archeologia Medievale
Nicola Montesano, Grassano melitense. Memoria e Territorio